Pucci Cipriani è un professore di Borgo San Lorenzo, fondatore di Controrivoluzione, l'organo ufficiale dell'Anti 89 che il Nostro riesce a dirigere, distribuire e probabilmente anche a leggere tutto da solo.
Le competenze nel settore gli hanno anche valso la carica informale di sentinella faranji nelle valli a nord di Firenze, incarico ufficializzato con l'arruolamento nel "Giornale della Toscana".
Non sappiamo quanto le ricorrenti pubblicità di "locali esclusivi" e di consumi di lusso che si trovano in quella gazzetta vadano d'accordo con il magistero pontificio, ma una delle questioni in cui saremmo d'accordo con il signor Cipriani è proprio il fatto che esistono cose al di là della portata della condizione umana. Prima tra tutte il pretendere coerenza da una gazzetta "occidentalista".
In ogni modo, Pucci Cipriani ci rende preziosi servigi non soltanto combattendo il modernismo e i suoi nefandi effetti nel cattolicesimo postconciliare, ma anche informandoci sullo stato delle cose nei dintorni della città di Firenze. Da quanto riferito da Cipriani pare proprio che nei dintorni di Firenze il dibattito teologico tra modernisti e tradizionalisti sia a tutt'oggi animatissimo e vivo, e che i modernisti contribuiscano ad esso con il valido e persuasivo argomento rappresentato dall'aggressione fisica dell'avversario.
Non si tratta di argomentazioni particolarmente innovative: Nel Nome della Rosa Umberto Eco può far affermare al cellario Remigio, in pieno XIV secolo, di aver fatto teologia bastonando i parroci troppo grassi.
Per farla breve, il parroco tradizionalista di San Michele a Ronta avrebbe ricevuto la visita di un parrocchiano che gli avrebbe fatte presenti le sue perplessità prima associando alla di lui persona epiteti poco lusinghieri, e poi passando con disinvoltura agli argomenti di cui sopra, procurandogli nientemeno che una collusione alla spalla.
Una collusione, proprio.
Decisamente il vocabolario medico-forense è, per gli "occidentalisti", di difficile digestione. Una cosa che, a volte, comporta anche il rischio di finire in qualche guaio.
Dalla lettura dell'articolo si è portati a concludere che almeno secondo Cipriani le collusioni a questa o a quella spalla rappresentano l'ovvio epilogo di una discussione con "i nostalgici del Sessantotto e delle comunità in base -Isolotto docet-". Non abbiamo idea di cosa siano le comunità in base, ma pensiamo che nelle comunità di base i nostalgici del Sessantotto difficilmente trascorrano le loro giornate danneggiando le spalle dei tradizionalisti, non foss'altro che per i puri e semplici rapporti di forza, che nel migliore dei casi obbligherebbero n nostalgici (o modernisti) ad accontentarsi di un solo tradizionalista.
Le competenze nel settore gli hanno anche valso la carica informale di sentinella faranji nelle valli a nord di Firenze, incarico ufficializzato con l'arruolamento nel "Giornale della Toscana".
Non sappiamo quanto le ricorrenti pubblicità di "locali esclusivi" e di consumi di lusso che si trovano in quella gazzetta vadano d'accordo con il magistero pontificio, ma una delle questioni in cui saremmo d'accordo con il signor Cipriani è proprio il fatto che esistono cose al di là della portata della condizione umana. Prima tra tutte il pretendere coerenza da una gazzetta "occidentalista".
In ogni modo, Pucci Cipriani ci rende preziosi servigi non soltanto combattendo il modernismo e i suoi nefandi effetti nel cattolicesimo postconciliare, ma anche informandoci sullo stato delle cose nei dintorni della città di Firenze. Da quanto riferito da Cipriani pare proprio che nei dintorni di Firenze il dibattito teologico tra modernisti e tradizionalisti sia a tutt'oggi animatissimo e vivo, e che i modernisti contribuiscano ad esso con il valido e persuasivo argomento rappresentato dall'aggressione fisica dell'avversario.
Non si tratta di argomentazioni particolarmente innovative: Nel Nome della Rosa Umberto Eco può far affermare al cellario Remigio, in pieno XIV secolo, di aver fatto teologia bastonando i parroci troppo grassi.
Per farla breve, il parroco tradizionalista di San Michele a Ronta avrebbe ricevuto la visita di un parrocchiano che gli avrebbe fatte presenti le sue perplessità prima associando alla di lui persona epiteti poco lusinghieri, e poi passando con disinvoltura agli argomenti di cui sopra, procurandogli nientemeno che una collusione alla spalla.
Una collusione, proprio.
Decisamente il vocabolario medico-forense è, per gli "occidentalisti", di difficile digestione. Una cosa che, a volte, comporta anche il rischio di finire in qualche guaio.
Dalla lettura dell'articolo si è portati a concludere che almeno secondo Cipriani le collusioni a questa o a quella spalla rappresentano l'ovvio epilogo di una discussione con "i nostalgici del Sessantotto e delle comunità in base -Isolotto docet-". Non abbiamo idea di cosa siano le comunità in base, ma pensiamo che nelle comunità di base i nostalgici del Sessantotto difficilmente trascorrano le loro giornate danneggiando le spalle dei tradizionalisti, non foss'altro che per i puri e semplici rapporti di forza, che nel migliore dei casi obbligherebbero n nostalgici (o modernisti) ad accontentarsi di un solo tradizionalista.
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