venerdì 10 aprile 2009

"La Nazione" di Firenze, Pier Paolo Pasolini e Piazza Ghiberti


Una giornata di primavera e tempo più che passabile. Una buona occasione per andare un po' a piedi in giro per Firenze.
Anzi, in giro per il degrado, lo scempio, la morsa del traffico, i cittadini in rivolta, i negozianti in ginocchio, l'insicurezza, l'emergenza, i blitz... tutte espressioni presenti in un numero qualsiasi della gazzetta cittadina i cui centocinquanta anni dalla fondazione sono stati celebrati con una lunga serie di cerimonie che, se non fosse stata per la sicuramente eccessiva partecipazione politica e pubblica in generale, avrebbero avuto come unico difetto la tronfiezza vacua che hanno di solito le autocelebrazioni.
A Firenze esistono moltissime persone del tutto insensibili al fascino di un quotidiano sul cui conto ci sarebbe non poco da ridire. Uno di questi individui, che sappiamo numerosi ma che stranamente nessuno intervista o sondaggia mai, qualche giorno fa ha fatto una scritta su un muro dalle parti del mercato di Sant'Ambrogio. La scritta è sparita velocissima, ma chi l'ha vista ci ha riferito che era "La Nazione: da centocinquant'anni al servizio del potere".
La nostra camminata in centro, ovviamente e detto per inciso, ci ha mostrato una Firenze che è l'esatto contrario di quella dipinta dal giornale di cui stiamo parlando e che migliora ogni giorno Cassandre nonostante.
Siamo passati anche per Piazza Ghiberti.
Il lato est di Piazza Ghiberti, qualche anno fa rifatto e restaurato, è diventato Largo Annigoni. In fondo alla piazza c'è il complesso di edifici che ospita proprio "La Nazione", dai quali è impossibile non vedere questi cartelloni con una frase di Pier Paolo Pasolini, fatti fare dall'Assessorato alla Cultura. A chi non l'avesse mai vista -non una grande perdita- va spiegato che "La Nazione" è specializzata in fascismo, soprattutto in quello più oleografico, e nella difesa d'ufficio della "civiltà" dei consumi.

Qui sotto invece si vede come l'attivismo politico abbia espresso venti metri più in là più o meno gli stessi concetti, tra l'altro con una spesa considerevolmente minore.
I muri di tutto l'"occidente" sono impestati da "tags" invadenti, ebeti e inutili; a Firenze, invece, si scopre spesso con piacere che la denuncia sociale non li ha ancora abbandonati. Un'altra delle tante cose che rendono unica la città toscana.


Delle nostre idee, sia su "La Nazione" che su Piazza Ghiberti, abbiamo già scritto da tempo. E' il caso di ripeterle brevemente.
La propaganda dell'"occidentalismo" fiorentino è talmente priva di cavalli di battaglia da essere costretta, letteralmente, ad inventariare le buche per le strade. Che sono colpa dei "comunisti", come tutti sanno.
Un altro dei suoi leitmotiv è dato dalla "contrarietà" ad una moschea a Firenze, laddove con moschea si intende un edificio chiaramente connotato e identificabile come riservato alla preghiera dei credenti. La posizione "occidentalista" sull'argomento viene veicolata con fotomontaggi raffazzonati e con asserzioni che coprono tutta la solita gamma compresa tra il puerile e l'ignorante passando dal diffamatorio.
Non stando con Oriana, sosteniamo con convinzione che non soltanto una moschea vera e propria debba essere costruita, ma che si debba farlo con fondi pubblici esplicitamente sottratti ai capitoli di spesa più amati dalla propaganda (la sicurezza, le fozzedellòddine), in forme architettoniche degne della città di Firenze -come fu fatto a suo tempo per la sinagoga- e con materiali di alto pregio.
Proprio il lato est di piazza Ghiberti potrebbe rappresentare una buona collocazione, per un edificio sicuramente ricettacolo di attività più elevate di quelle che si svolgono oggi nello stesso luogo nei palazzoni anni '60 attualmente esistenti...

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