mercoledì 10 luglio 2019

Firenze: Francesco Torselli e Alessandro Draghi aiutano i poveri che dormono in macchina


Francesco Torselli e Alessandro Draghi sono due "occidentalisti" fiorentini di lungo corso di cui ci siamo già occupati più volte anni fa, e non certo per dirne bene.
I nostri lettori sanno che con l'imperversare delle reti sociali in questa sede si è praticamente smesso di occuparsi di certe questioni; arginare la valanga di collodio mestruale scatarrato a giornate intere da algoritmi e gazzette imporrebbe un lavoro documentale spropositato e probabilmente inutile, come ormai hanno capito anche su Topolino.



Tuttavia a Firenze si è appena tenuta una consultazione elettorale che ha visto l'occidentalame battere per l'ennesima volta il grugno contro le urne, e di brutto, nonostante un contesto sociale e mediatico in cui i liberisti coi diritti degli altri si sono trasformati in pochi anni in sovranisti con le pezze al culo gli fosse assolutamente favorevole.
I motivi sono parecchi, primo fra tutti il fatto che a Firenze chi vuol fare politica di destra si iscrive al partito democratico.
In secondo luogo è probabile che la propaganda "occidentalista", invariabilmente basata sull'inventario di cartacce per terra, buche nell'asfalto ed episodi di povertà marginale abbia saturato ancora una volta il panorama mediatico. Che è un modo molto educato per dire che ci si stufa dei genitali femminili, figuriamoci di questi piagnistei.
Invece di vestire il saio e recarsi a Monte Senario a pietire un posto come vuotacessi, gli "occidentalisti" fiorentini hanno fin da subito ripreso con gli alti lai e ripreso la puntigliosa conta degli spacciatori di vicolo e dei rifiuti ingombranti lasciati agli angoli delle strade.
A Firenze un terzo dei pensionati vive con meno di 500 euro al mese, mentre nelle nostre periferie aumentano i casi di famiglie italiane costrette a vivere in macchina o in situazioni di emergenza assoluta. Perché lo diciamo oggi? Perché proprio oggi la Regione Toscana sta approvando una legge che stanzia 4.000.000 di euro per foraggiare il business dell’immigrazione nella nostra regione, messo in pericolo’ dalle politiche del ministro Salvini. Così Francesco Torselli, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia, assieme al capogruppo a Palazzo Vecchio, Alessandro Draghi. ”Certe iniziative sono semplicemente incommentabili – concludono Draghi e Torselli – e mostrano il vero volto della sinistra Toscana: una sinistra che anziché pensare al fatto che un giovane su 4 è senza lavoro, pensa a difendere il lavoro di chi lucra – le cooperative – sul business dell’immigrazione”
Francesco Torselli e Alessandro Draghi omettono di documentare le proprie affermazioni, costringendoci a farlo al loro posto.
Secondo le statistiche comunali di aprile 2019 il tasso di occupazione a Firenze è tra i più alti nei grandi comuni della penisola italiana. Secondo la stessa fonte
L'importo medio di una pensione di vecchiaia nella provincia di Firenze (17.546,8€, nel 2017) è superiore rispetto a quanto mediamente erogato per lo stesso tipo di prestazione in Italia[*] (17.180,42€). In entrambi i casi si riscontra comunque un trend di  crescita  continuo  dell’ammontare  medio  degli  importi  erogati  dal  2013 al 2017 (+7,8%). Il numero di trattamenti pensionistici erogati non è tuttavia coincidente con il numero di beneficiari, poiché un singolo beneficiario può essere percettore di più prestazioni pensionistiche, di tipo uguale o diverso. [...] Nella provincia di Firenze i  circa  400mila  trattamenti  pensionistici  afferiscono  a 275.769 pensionati (mediamente 1,4 pensioni per beneficiario – valore in linea con la media nazionale) e sono relative a un ammontare totale di circa 5.473 milioni di euro (meno del 2% dell’erogato pensionistico nazionale). Il panorama offerto potrebbe essere arricchito in maniera significativa sia da dati di natura campionaria sia da dati di natura amministrativa, qualora in futuro alcune dimensioni  calcolate  sia  dall’Istituto  Nazionale  di  Statistica  sia  da  INPS  fossero  rilasciate  almeno  per  grande  comune.  Rivestirebbero  infatti  particolare  interesse  per  lo  studio  di  interventi  di  politica  del  territorio  tutti  i  dati  relativi  ai  lavoratori  parasubordinati, sia professionisti sia collaboratori, nonché alle politiche per il lavoro e per l’occupazione (dal NASPI all’indennità di mobilità e i lavori socialmente utili).
Secondo una fonte qualsiasi -basta controllare su Google, non occorrono competenze particolari- per l'anno in corso il trattamento minimo INPS ammonta a 513,00 euro; lo scorso anno era di 507,41 euro.
Quindi non è vero che "un terzo dei pensionati vive con meno di 500 euro al mese".
Ha maggiori probabilità di fondatezza l'obiezione che indica una delle principali cause dello stato di cose prsente nella distruzione dello stato sociale intrapresa negli ultimi trent'anni dai governi "occidentalisti" e da quelli che hanno fatto finta di rovesciarne l'operato, per comportarsi in pratica in modo anche peggiore.
L'elettorato si è mostrato oltremodo propenso ad assecondare tutto questo: una ciotola di maccaruna c'a' pummarola 'n coppa, pensavano i sudditi, per loro ci sarebbe sempre stata. E secondo una prassi abituale ancora oggi, c'era sempre una quota oltremodo minoritaria di questo o quel settore sociale da additare al pubblico disprezzo per giustificare l'eliminazione di qualche diritto presentato come privilegio. Noam Chomsky indica una prassi simile per la distruzione dei servizi pubblici: li si definanzia, ci si assicura che non funzionino, si lavora con la feccia gazzettiera affinché i sudditi si indignino e poi si consegna tutto al capitale privato.
Ovviamente i risultati di decine di anni ispirati a questo modo di fare per i sudditi sono stati l'esatto contrario di quelli sperati; lasciati nel frattempo liberi di sovraindebitarsi con seconde case, terze macchine, quarti televisori, vacanze da sogno pagate in comode rate mensili e matrimoni con la wedding planner (che per pagare ti tocca smettere col fashion blogging e finire a fare la dog sitter, tanto per dileggiare un po' il gergo dei "nuovi lavori") si sono trovati, spesso per propria esclusiva colpa dal momento che il gramo futuro era ampiamente prevedibile, a non sapere letteralmente cosa mettere in tavola.
Un liberista coerente -e il liberismo è stato fino a ieri l'unica ideologia di cui fosse ammessa la professione, suscettibile di obiezioni solo da parte di qualche nostalgico dei gulag- considererebbe logico e giusto far cuocere tutti quanti nel loro brodo. Una misura poco praticabile che porterebbe solo a farsi sbranare dall'elettorato, e dover vivere incassando giorno dopo giorno i "le faremo sapere" dei padroni è una prospettiva che non piace a nessuno.
Di qui la ridicola riscoperta di una curiosa versione di giustizia sociale in cui le "politiche" di Matteo Salvini, che non possiede alcuna competenza nota in materia di diritto perché non è stato capace di laurearsi neppure in sedici anni ma in compenso è sovrappeso e divorziato, non mettono certo in pericolo il "business" di qualcuno, ma la coesione sociale pura e semplice. Si tratta inoltre di "politiche" costruite basandosi su "reti sociali" ed emergenze gazzettiere che non hanno alcun rapporto col reale al punto che l'assenza dal panorama mediatico equivale a una sostanziale non esistenza.
Al suo elettorato il divorziato in sovrappeso che non è stato capace di laurearsi neppure in sedici anni può anche far credere che negando un finanziamento si cancelli un problema: i sudditi del "paese" dove mangiano spaghetti si sono abituati a bersi tranquillamente ben di peggio.
Farlo credere alle persone serie è un po' più difficile.
Così come è difficile far loro credere che l'"occidentalismo" abbia tanto a cuore il lavoro giovanile. Il primo vince, gli altri si arrangiano. No time for losers, non ci sono secondi posti, nessun pasto è gratis eccetera eccetera. L'ingiustizia sociale elevata a dogma per tanto tempo dovrebbe per lo meno trovare qualche difensore coerente, specie se pensiamo che a rendere la vita impossibile a chi occupa case sfitte e più in generale a chi intende la vita politica e sociale come qualcosa di appena appena più coinvolgente dell'ingrassare davanti alla televisione "occidentalisti" e sedicenti avversari collaborano a meraviglia da non si sa quanto tempo.

Ma divertiamoci a infierire.
Speriamo che i rossi senza dio ascoltino per una volta gli accorati appelli "occidentalisti" e neghino i fondi al business delle cooperative.
Con quattro milioni di euro si potrebbe allestire, in qualche squallida periferia, un grande parcheggio in uno spazio aperto.
Qualcosa per due-trecento posti, per capirci.
Nella stessa area magari era previsto un parco giochi per bambini, ma sarà sufficiente tacciare di terroristi buonisti pacifinti e cattocomunisti radical chic gli sporadici contestatori per mettere tutto a posto.
Quattro milioni non sono poi moltissimi ed è possibile che siano appena sufficienti all'urbanizzazione primaria, alla viabilità e alla preparazione di drenaggi e asfaltatura lasciando la zona in preda al solleone in estate e al gelo in inverno.
La toponomastica potrebbe proporre di intitolare il parcheggio a qualche esponente "occidentalista" finito fucilato come un cane, come il fiorentino Alessandro Pavolini. Un'ordinanza comunale potrebbe riservarlo ai casi di famiglie che dormono in macchina, postulati in aumento senz'altro per colpa dei buonisti di cui sopra.
Un'area apposita andrebbe ovviamente ai padri separati, categoria principe della dormita in macchina.
A vigilare su tutto potrebbe essere chiamato qualcuno dei destinatari ultimi dei quattro milioni di cui sopra. Lo si priverebbe in anticipo di quell'abbigliamento da scarognati del Bonx dei tempi di Basquiat e di quel telefono cellulare che fa sbavare di eccitazione i preadolescenti bocciati a scuola; la mise troppo doviziosa potrebbe irritare la clientela.
Ovviamente, destinare denaro all'edificazione del parcheggio lascerebbe questi signori senza sistemazione alcuna e figuriamoci se avanza qualcosa per retribuire il loro lavoro di custodi; sarebbero costretti a vivere arrangiandosi alle spalle di chi occupa le vetture parcheggiate, con conseguenti risse continue adattissime ai videogazzettini dell'ora di cena.
Una distopia "occidentalista" a due passi da casa, che contribuirebbe non poco a mantenere fedele l'elettorato del "partito" di Draghi e Torselli.
Non costerebbe neanche molto.