giovedì 8 dicembre 2016

L'Esercito Arabo Siriano alla riconquista di Aleppo. La copertura degli eventi da parte della "libera informazione".


L'antropofago è uscito dalla sua tana.
L'orco della Corsica è appena sbarcato a Golfe-Juan.
La tigre è arrivata a Gap.
Il mostro ha dormito a Grenoble.
Il tiranno ha attraversato Lione.
L'usurpatore è stato visto a 60 leghe dalla capitale.
Bonaparte avanza a grandi passi ma non entrerà mai a Parigi.
Napoleone sarà domani sotto i nostri bastioni.
L'imperatore è arrivato a Fontainebleu.
Sua Maestà Imperiale fa il suo ingresso al palazzo delle Tuileries, in mezzo ai suoi fedeli sudditi.

Titoli su "Le Moniteur", dal 1 al 20 marzo 1815 (in G. Gozzini, Storia del Giornalismo, Milano 2000).

5 commenti:

  1. Padequà. Però ti faccio presente che non è nemmeno "Fontainebleu", ma "FontainebleAu". E' una di quelle parole ranocchilandesi che nessuno riuscirà mai a scrivere bene, tipo "banlieue" ("Repubblica" ha il record: "banlieu, banliue, banleu", ecc.). Ad ogni modo non ci riescono nemmeno i francesi.

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    1. Così nell'originale citato: http://tinyurl.com/jba93lu

      Vero è che la conoscenza e lo studio della lingua francese non sono sempre considerati in tutte le loro implicazioni, neppure negli ambienti più colti.

      Alpi? Manzanarre? Forte degli antichi consigli di nonna Venusta («Il francese somiglia al nostro dialetto. Per parlarlo basta calcare un po’ sulle erre e muoversi da busoni, e tutti ti capiranno»), e ignaro di qualsiasi lingua diversa dal shasshuolese (i disastri della riforma scolastica, su questo non ci sono dubbi), Vanes non può che scegliere una destinazione: Parigi, città d’ostriche, vino, quadri italiani rubati, bombe idrogene che ballano il tamurè e - ciò che più importa - jeunes filles...

      (Filippo Scòzzari & Nipote, L'isterico a metano, 1999)

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  2. Del resto tutto ciò fa il pajo con quando i francesi citano qualcosa in italiano. Anni fa, quando in Francia ci stavo, tirarono fuori uno yogurt che, chissà perché, vollero chiamare in italiano. E lo chiamarono "Cremosso", così, con due "s".

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