lunedì 14 settembre 2015

Ad Eugenio Giani su Oriana Fallaci


A Firenze la morte di Oriana Fallaci fu accolta nel 2006 con indifferenza. Difficile pretendere altro quando si è vomitato disprezzo fino agli estremi, trovando persino il tempo di lodare i più abituali e rappresentativi comportamenti della feccia da pallonaio. A dolersene furono qualche ben vestito, qualche gazzettiere e qualche "occidentalista" di seconda e terza fila.
La morte di molti bulli di quartiere ha lasciato maggiori rimpianti.
Nel 2015 Eugenio Giani ricopre una carica pubblica importante, quella di Presidente del Consiglio della Regione Toscana. In tale veste esprime approvazione per uno "spettacolo di musica e di danza" che dovrebbe svolgersi nel cimitero(!) in cui è sepolta quella "scrittrice" in occasione dei nove anni dalla morte. La gazzetta che riporta le sue affermazioni scrive tra l'altro che a sentir lui
Su ciò che Oriana Fallaci ha espresso sul piano del pensiero politico e civile, ognuno può avere la sua opinione. Però mi sento di dire una cosa in più: ciò che Oriana aveva detto in modo magari molto duro e provocatorio, alla luce di qualche anno ritorna anche nel suo significato di verità. Le sue preoccupazioni su certe tendenze nel mondo islamico, basta vedere la tv e cos'è successo con l'Isis, purtroppo si sono rivelate oggettivamente vere.
Abbiamo scritto ad Eugenio Giani (e.giani@consiglio.regione.toscana.it) quanto segue.
Salve signor Giani.

Prendo atto di quanto riportato dalle gazzette di oggi, con particolare riferimento all'edizione on line dell'edizione fiorentina de "La Repubblica", di cui è qui riportato il link.
L'articolo presenta una serie di affermazioni che suscitano nelle persone serie una sprezzante repellenza.
In particolare, va considerato di assoluta gravità il fatto che chi ricopre ruoli di pubblica responsabilità si documenti su questioni vitali attraverso la televisione. E' appena il caso di ricordare che i massimi responsabili di tutti i canali televisivi maggiormente fruiti nella penisola italiana, tra il 2002 ed il 2003 non avanzarono dubbio alcuno sull'esistenza dell'arsenale chimico iracheno e sulla liceità dell'aggressione statunitense ad un paese in ginocchio.
Senza quella guerra demenziale presentata come "esportazione di democrazia" difficilmente saremmo oggi a parlare di Stato Islamico in Iraq e nel Levante, a tutti gli effetti frutto delle mene statunitensi in Medio Oriente e del loro avvalersi dell'estremismo sunnita per il perseguimento dei propri scopi.
Il mondo "occidentale" conta già tra i propri difensori un numero sufficientemente rappresentativo di incompetenti viziati. Ad ulteriore disdoro di Oriana Fallaci non si può che rammentare la deteriore aneddotica che ne dileggia a tutt'oggi la memoria.

A questo punto, signor Giani, tocca concludere che è davvero impossibile distinguere le posizioni del "Partito Democratico" da quelle dei suoi sedicenti avversari. La strada è stata un po' lunga, ma finalmente ci siete riusciti.

Saluti.


Nessun commento:

Posta un commento