venerdì 14 settembre 2012

Sei anni fa la morte di Oriana Fallaci: il meglio dell'"occidentalismo" europeo la ricorda a Firenze


Con il settembre 2012 l'asfittico "occidentalismo" fiorentino vede ridurre ancora di più i propri spazi di manovra, già ai minimi termini per contro proprio.
Il lehendakari di Firenze ha lanciato la propria candidatura in un percorso pressappoco elettivo che, nelle intenzioni, dovrebbe portarlo alla carica di Primo Ministro nello stato che occupa la penisola italiana.
Non ha affatto nascosto l'intenzione di drenare i voti dei delusi dall'"occidentalismo".
Una situazione come questa imporrebbe il fulmineo ricorso ai ripari. Il problema è che manovre del genere richiedono inventiva, credibilità, competenze, risorse economiche ed umane arrivate da anni a fondo corsa.
La faccia tosta, la tracotanza, la viltà e l'aggressività invece non sono un problema: nei magazzini "occidentalisti" ce ne sono sempre state scorte molto più abbondanti del necessario.
Sicché il "Giornale della Toscana" continua come se nulla fosse in fiacchi linciaggi mediatici del nemico cui non crede più nessuno, e ad occupare il resto dello spazio con quella roba da pallonaio e con quei riti autoreferenziali che in questa sede abbiamo irriso tanto spesso.
Il 15 settembre 2012 ricorrerebbe il sesto anniversario della morte di Oriana Fallaci. Due ben vestiti di nome Andrea Badò e Niccolò Macallé hanno avuto a disposizione sul "Giornale della Toscana" una mezza pagina per un articolo di splendida irrilevanza.
Andrea Badò è noto ai nostri lettori per le documentate competenze in orientalistica, che lo hanno portato a citare collaboratori altrettanto versati e preziosi come pochi altri.
Niccolò Macallé, invece, per la sua esperienza in insurrezioni, fannulloni e sfaticati.
Nel caso odierno vanno notati due elementi fondamentali.
Il primo è che Niccolò Macallé sarebbe nientemeno che "Coordinatore Giovane Italia Firenze", e Andrea Badò "Vice coordinatore e Consigliere di Quartiere 1".
Il nome dello stato che occupa la penisola italiana ricorre nella denominazione della carica che siamo costretti a citare; come sempre ce ne scusiamo contriti, specie con quanti avessero appena finito di pranzare. In ogni caso, la carica ricoperta indica che Macallé e Badò non sono due mangiaspaghetti qualsiasi, ma sono due mangiaspaghetti importanti, nel senso che una candidatura giocata con un po' di decenza potrebbe permettere loro di evitare per anni o per decenni lo scomodo cammino che conduce all'ufficio circoscrizionale per l'impiego. E questo rimanda al secondo elemento fondamentale.
Il secondo elemento fondamentale è rappresentato dal fatto che internet ha ottima memoria.
Andrea Badò e Niccolò Macallé spiegano che Oriana Fallaci definiva fiorentine la sua "cultura" e la sua "educazione".
Da qui possiamo capire le sue eterne battaglie contro il Social Forum europeo del 2002, contro la tendopoli dei somali sotto il Battistero di San Giovanni e contro la moschea di Colle val d'Elsa.
Grazie all'ottima memoria di internet, possiamo far presente ai nostri lettori che abbiamo da molti anni messo insieme quanto basta per rimettere ogni cosa al suo posto.
Sulla "cultura" e sulla "educazione" di Oriana Fallaci si espresse Camilla Cederna, e poi ne trattò a distanza di molti anni, in modo assai benevolo e generoso anche Massimo Fini. Massimo Fini fu ovviamente querelato dal momento che gli "occidentalisti" sostituiscono sistematicamente le querele alle argomentazioni. Oriana Fallaci, racconta lo stesso Fini, diede prova della propria cultura e della propria educazione non degnandosi neppure di presentarsi in tribunale.
La battaglia contro il Social Forum del 2002 non è stata dimenticata perché è impossibile dimenticare una cosa che tenne allegra tutta Firenze per anni ed anni e che diede un colpo micidiale all'"occidentalismo" cittadino, incapace a distanza di tanto tempo di risollevarsi dalla poderosa e giustissima disconferma di allora. Lo scritto allora pubblicato dal "Corriere della Sera" fu gratificato per lo più da epiteti assai coloriti, i più equanimi dei quali lo accostarono in modo molto appropriato a certi oggetti indispensabili all'igiene femminile.
Per gli "accampamenti dei somali" in piazza del Duomo Oriana Fallaci aveva pronta una panacea che ha fatto scuola: il fuoco.
Per la moschea di Colle val d'Elsa, la dinamite.
Ecco di quale "stella polare" si avvalgono Andrea Badò e Niccolò Macallé: una cui dispiaceva sinceramente, ad un passo dalla fine, di non poter essere a fare a pugni al pallonaio.
Auguriamo ogni fortuna elettorale a Badò e Macallé: sarebbe un peccato se il momento politico sfavorevole impedisse ai sudditi che bivaccano nella penisola italiana di delegare ogni importante decisione sul proprio futuro a campioni tanto perfettamente rappresentativi.

Irrilevante l'anniversario, irrilevante l'articolo, irrilevante la gazzettina che lo pubblica, irrilevanti i suoi firmatari, irrilevante questo nostro scritto, pubblicato al solo scopo di indicare una volta di più quali siano i referenti "culturali" dei più fedeli rappresentanti che il paese dove mangiano maccheroni abbia mai avuto.
Un lettore dei più assidui ci ha però segnalato quanto segue.
Intanto che i nipoti di Oriana Fallaci si scannano tra loro in tribunale, sul sito thankyouoriana.it compare l'invito ad una giornata "Omaggio a Oriana Fallaci" che inizia al cimitero, continua con un dibattito, prosegue con una messa e finisce con una mensa.
Allo Hotel Mediterraneo, uno dei pochissimi luoghi a firenze a tollerare iniziative "occidentaliste".
Invitati e relatori promettono una giornata che ci accontenteremo di definire mandolinesca: figurano tra essi Alexandre del Valle, Andrea Morigi, e un certo Padre Samuel.
Firenze non difetta assolutamente di religiosi e celebranti, crisi vocazionale nonostante. Per aggiungere un po' di mordente ad un rito cattolico, l'occidentalame fiorentino ha pensato invece di rivolgersi a quello che dovrebbe essere un sacerdote belga di origine turca specializzato in quel genere di islamofobia elettorale che per anni si è nutrita di trovate improbabili e di toni perentori, fino a quando non le hanno voltato le spalle anche i bacini più affezionati. A parte questo, a Padre Samuel il gazzettaio attribuisce soltanto un certo peccato venale non troppo piccolo, e rapporti con le gerarchie ecclesiastiche che potremmo definire un po' burrascosi.
Ma ha conquistato Magdi Condannato Allam, che gli ha personalmente attribuito il compito di "salvare l'Occidente".
Sapersi in certe mani, infonde al cuore un senso di calda sicurezza.

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