sabato 17 dicembre 2011

Ha ragione Francesco Torselli: "Casaggì non è un centro di formazione di violenza".


Il 13 dicembre 2011 a Firenze un certo Gianluca Casseri ha ucciso due cittadini della Repubblica del Senegal e ne ha feriti altri due prima di uccidersi a sua volta. Questo secondo le prime versioni dei fatti diffuse dalle gazzette.
Nelle ore successive Casseri è stato ricordato come assiduo frequentatore di organizzazioni ed iniziative estremiste; negli ambienti attorno ai quali gravitava gli sono stati così grati e così riconoscenti che in capo ad un giorno, e secondo una prassi consolidata, i suoi scritti ed il suo nome sono stati rimossi da tutte le pagine web da cui era possibile rimuoverli.
Il microscopico mondo dell'"occidentalismo" fiorentino, improvvisamente nell'occhio di un ciclone di aperta impopolarità cui contribuisce anche un clima mediatico cui interessa un po' meno picchiare su tasti come quello delle zingare rapitrici, si è anch'esso esibito in una nutrita serie di prese di distanza e di excusationes non petitae.
In particolare, il micropolitico "occidentalista" Francesco Torselli non ha affatto gradito le considerazioni radiofoniche di un certo Marmugi:
“Il Presidente Marmugi in una radio cittadina ha definito Casaggì un ‘centro di formazione di violenza’, espressione che non solo ci offende ed offende le centinaia di ragazzi che frequentano ogni giorno il centro, e che semmai, negli ultimi anni, la violenza l’hanno subita, reagendo sempre con responsabilità ed intelligenza, ma getta benzina sul fuoco in un momento in cui servirebbero interventi per stemperare gli animi e non certo per accalorarli”.
“La frase di Marmugi è vergognosa e indecente. I ‘centri di formazione di violenza’ non appartengono alla nostra cultura politica, che è quella della destra istituzionale ed identitaria italiana. Se nel corso della sua storia politica il presidente Marmugi ha conosciuto dei ‘centri di formazione di violenza’, non li ha certo conosciuti a destra, ed in ogni caso lo inviterei, se in possesso di informazioni a riguardo, a rivolgersi alla magistratura”.
E' utile ricordare ai lettori non fiorentini che questa Casaggì rappresenta l'unico radicamento sul territorio del maggior partito "occidentalista" della penisola italiana, con il quale non sono neppure mancati gli attriti, culminati mesi fa in un'aperta presa di distanza che ha messo i giovani "occidentalisti" in condizioni di dover togliere i simboli del partito da molta della loro propaganda. Con la fine di un patrocinio tanto palese sono finiti anche gli imbrattamenti murali a base di colla e manifesti, modus operandi in cui i giovani "occidentalisti" fiorentini avevano maturato un'autentica specializzazione.
La propaganda "occidentalista" non si è mai trovata a proprio agio con i nuovi media e si è per solito limitata ad allagare internet con i propri contenuti. La stessa Casaggì e lo stesso Francesco Torselli hanno prodotto e diffuso negli anni moltissimo materiale che non avvalora affatto la loro condivisione di una weltanschauung irenistica, tollerante e portata alla condivisione, ignorando o facendo finta di ignorare le implicazioni che nei nuovi media rivestono l'interattività e soprattutto l'eccellente memoria del web.
In casi come quello di cui stiamo trattando, le due cose si rivelano molto controproducenti, come andremo adesso a dimostrare limitando al minimo gli esempi per non infliggere a chi legge un elenco puntiglioso e sostanzialmente poco utile.
Cominciamo da qualche vicenda recentissima.
Si ricorderà come nel 2010 il maggior partito "occidentalista" della penisola italiana abbia dovuto affrontare una scissione che a livello propagandistico è stata tamponata linciandone a mezzo stampa il principale responsabile. La cosa è stata utilissima all'esecutivo anche e soprattutto per distogliere l'attenzione dei sudditi dalle reali condizioni del "paese" ed è stata resa molto facile dall'ormai realizzata coincidenza di contenuti che esiste tra i mass media del mainstream ed il catalogo patinato di un qualsiasi postribolo di media levatura.
Della cosa deve aver risentito anche il bicchiere d'acqua dell'"occidentalismo" fiorentino perché nel bel mezzo dell'abbaiare della feccia gazzettiera Casaggì pubblicava un brano degli ZetaZeroAlfa, un gruppo di grattacorde organico a Boutique Pound:
La nostra dedica quotidiana agli infami, ai viscidi, ai pavidi, ai protetti, ai bugiardi, ai pochi e tristi servi delle proprie squallide opportunità, traditori di Comunità e di sogni. Ci vedremo nella mischia, bastardi. Non finirà mai: ci sarà sempre un pò di odio per voi.
Su chi fossero i potenziali destinatari di un simile trattamento si possono fare soltanto delle supposizioni; le nostre sono frutto di una contestualizzazione dei materiali presentati.


Nello stesso periodo "infami e delatori" rei di chissà quale nequizia dovevano affrontare addirittura la prospettiva di una refertazione medica precisa: sette giorni.


Alcuni mesi dopo attivisti di Casaggì sono incappati in una piccola disavventura legata proprio ad un utilizzo troppo disinvolto dei referti medici; la cosa deve aver suggerito loro qualche cautela in più.
E' stimolante far notare che i mangiatori di maccheroni soliti ritrovarsi nel fondo di via Frusa ("Zona pallonaio", altra precisazione degnissima di nota) condividono la prassi "occidentalista" che impone la sostituzione delle argomentazioni con il ricorso sistematico ai tribunali.
Coerenza non conforme.

Archive.org è un'organizzazione meritevole, che consente di salvare il passato di internet dai rimaneggiamenti e dalle cancellazioni cui certe fonti possono andare incontro. Da archive.org la ricerca dei contenuti pubblicati nel corso degli anni su www.agfirenze.it restituisce risultati come questo.
Anno 2005. Tra l'iconografia della costituenda Casaggì troviamo quel Corneliu Zelea Codreanu che a Casaggì viene considerato un "referente comunitario" (si veda il documentato saggio di Zeev Barbu) il pallone travestito (una tradizione inventata fiorentina, caratterizzata dalla propensione dei suoi praticanti alla violenza più inutile ed abietta), riferimenti a Boutique Pound e, in abituale dissonanza, quei piagnistei contriddegràdo e pellasihurézza che additiamo ogni giorno allo scherno dei nostri lettori.
Anno 2006. Casaggì invita ad un presidio contro le "case agli zingari", aiuta le gazzette a linciare gli avversari politici, presenta una propria Sala Romualdi dedicata alla formazione culturale e politica dei frequentatori e fornita di opere di Corneliu Zelea Codreanu e di Julius Evola, elenca un pot pourri di maestri di vita in cui figurano non poche tra le letture coltivate da quel signor Gianluca Casseri dal quale è oggi così opportuno rimarcare la distanza, e che potrebbero in svariati casi essere definiti piuttosto maestri di morte.
Casseri, d'altronde, avrebbe forse condiviso anche l'intitolazione della sala.
Anno 2007. Grazie ad un certo Matteo Conti, Casaggì Firenze comunica ai sudditi che lo stato che occupa la penisola italiana è governato dalle Brigate Rosse...
Anno 2008. Intanto che onora i combattenti irregolari di mezzo mondo, Casaggì si ricorda di Firenze, dove gazzettieri e politicame hanno da tempo statuito che si definisce terrorismo qualunque comportamento che non trasferisca denaro dalle tasche di chi ne ha poco a quelle di chi ne ha molto. Dunque pubblicizza Azione Sicurezza "per mantenere la legalità a Firenze" e si accalora per il valore che più conta per la gioventù "occidentalista": il pallonaio, la palloneria, i pallonieri. Gente strapagata verso cui gli "occidentalisti" sono indulgenti anche quando aggredisce chi lavora sul serio.

Il quadro culturale cui Casaggì non fa mistero di riferirsi, assieme alla pratica politica intrisa di profonda competenza di cui ha dato nel corso degli anni, fanno dunque pensare più che altro al concetto di comunità escludente e consentono senza troppi dubbi di considerarla un corresponsabile, sia pure di quarta fila e con una portata ed una capacità di azione assolutamente trascurabili, del clima sociale che i nostri lettori ben conoscono.
In questo è doveroso riconoscere le ragioni di Francesco Torselli: Casaggì non è un centro di formazione di violenza. E' qualcosa di molto meno se non qualcosa di molto peggio.



Il clima organizzativo in cui è immerso il maggior partito "occidentalista" della penisola italiana, al quale per quanto è dato sapere Casaggì è stata organica èd è a tutt'oggi contigua, è fatto di cose come questa.
Diffuse, promosse, avallate, sostenute in ogni sede mediatica e con frequenza quotidiana.
Gheri Guido è un oziatore radiofonico di Scandicci molto presente alle iniziative elettorali e propagandistiche legate all'"occidentalismo". Anche un altro "occidentalista" relativamente noto come Achille Totaro è di Scandicci; Gheri Guido però si riconosce perché non è grasso.
Uno dei commentatori esprime sul suo conto delle valutazioni molto generose:
"mi sembra che un tipo così (sembra un ubriaco raccattato in un bar) non sia nemmeno da offendere."
Un commento che va nella direzione giusta: forse non è troppo tardi per iniziare a restituire questi materiali ed i loro autori al regno del disprezzo, dello scherno, del dileggio e della stigmatizzazione pubblica dal quale sono stati esclusi troppo a lungo.

3 commenti:

  1. Però attenzione a distinguere tra due cose.

    Da una parte, il meccanismo più o meno universale di gruppi, che vogliono fare i "duri", che minacciano eventuali "traditori", che esaltano i propri seguaci facendo vedere quanto sono ganzi, che scacciano il senso di impotenza digrignando i denti; più tutte le beceraggini delle destre nostrane...

    e dall'altra, la possibilità che Casa Pound e/o Casaggi abbia voluto la strage commessa da Casseri.

    Che alla fine è questa la questione.

    Miguel Martinez

    RispondiElimina
  2. Infatti in questa sede non si ha fino ad oggi alcun motivo per attribuire sul piano pratico a Casaggì nulla di più pericoloso di un attacchinaggio abusivo.
    La compartecipazione di Casaggì e del maggior partito "occidentalista" della penisola italiana -cui essa ha fatto e ha continuato a fare riferimento- alla costruzione del clima sociale ben noto a tutti è invece fuori questione. L'unica cautela d'obbligo in questo caso consiste nel fare le debite proporzioni e dunque nel riconoscere ad essa un ruolo subalterno, marginale ed improntato alla massima mediocrità.

    Se Casaggì gradisce di non essere associata a nulla di più pericoloso di un attacchinaggio abusivo, è sufficiente che rivolga i suoi attestati di stima agli attacchini abusivi, invece che a Léon Degrelle e a Corneliu Zelea Codreanu.

    RispondiElimina
  3. quello che fa decisamente senso in genere non è un'equilibrata presa di distanza. che sarebbe, anzi è con piena ragione ragionevole e fondata. Tenendo conto beninteso anche delle opportunità da carteggio diplocatico e comunicazione pubblica che si impongono quando ti trovi non in un paese che tutela la libertà d'espressione, sia pure la peggiore, ma è una falsa democrazia. come dicevo capisco anche l'eccesso di cautela nella comunicazione pubblica politica. ok. però mi pare che sia possibile soddisfare a queste esigenze senza arrivare all'opposto che sperimentiamo della damnatio memoriae radicale, frettolosa e immediata effettuata ai danni di "camerati-che-sbagliano" (parafrasando il detto "compagni-che-sbagliano" di memoria comune). qualcosa che decisamente stona per certe realtà che a parole marcerebbero compatte come comunità di soli fratelli e falangi di abnegazione e coesione incrollabile. la cosa decisamente stona alquanto. in special modo se e qualora il camerata-che-sbaglia non può più ahimé dire la sua. sulle sue frequentazioni reali o presunte e sul grado di coesione e fiducia di cui godeva in certe cerchie. e qui mi fermo. ma credo di essere stato abbastanza chiaro.

    RispondiElimina