giovedì 24 febbraio 2011

Tommaso Villa e "Il Giornale della Toscana": qualcuno vuole spiegargli cos'è un'insurrezione?


Le otto paginette de "Il Giornale della Toscana" sarebbero da mesi e mesi ad un passo dal baratro finanziario; sarebbe anche ora che qualcuno o qualcosa si adoperasse per porre fine ad un'agonia tanto lunga, mandando redattori e gazzettieri vari a far la fila per il sussidio di disoccupazione. Sempre che il neoliberismo da quelle pagine tanto esaltato glene abbia lasciata almeno la prospettiva.
A fine febbraio 2011 Il Collettivo Politico di Scienze Politiche a Firenze ha occupato un'aula nel nuovo polo universitario di Novoli suscitando il disappunto "occidentalista".
Davanti a questo nulla -sono almeno trent'anni che Firenze convive con realtà simili senza alcun serio attrito- Uno scaldasedie di nome Tommaso Villa, di cui abbiamo già trattato in questa sede sottolineando l'estrema ed immeritata cortesia con cui è stato accolto altrove dagli attivisti politici protagonisti di iniziative del genere, ha telefonato in gazzetteria frignando di ritornallalegalità con ancora meno convinzione del solito, e si dimentica di aggiungere i giridivite e le tolleranzezzèro contro il terrorismo.
Con la caterva di imbarazzi che lui ed i suoi commensali hanno da affrontare in questo periodo, e con un futuro fatto di qualunque cosa meno che di popolarità in aumento, non è difficile immaginare il perché.
Comunque, insieme ad un nulla di nome Niccolò Macallè, Tommaso Villa invoca ordine e legalità perché
l'università è un luogo dove si va per studiare, imparare e crescere. Non è né un centro sociale, né un affittacamere a buon mercato per fannulloni e sfaticati.
Repetita iuvant. Vediamo dunque ancora una volta dall'alto di quali grandi traguardi l'indossatore di cravatte ed il frequentatore di ristoranti Villa Tommaso qualifica gli altri di fannulloni e sfaticati.
Il curriculum di Tommaso Villa è disponibile in rete, su un sito istituzionale. E' interessantissimo perché, com'è prassi per gli "occidentalisti", non riporta traccia alcuna di attività lavorativa. Né ci comunica in cosa si sia laureato il tizio con la cravatta e dall'aria ben nutrita la cui foto campeggia nella pagina. Si sa soltanto che costui è nato nel 1976 e che era "responsabile universitario" di un partito "occidentalista" nel 2001. Il resto è una rassegna neppure troppo lunga di poltrone scaldate.
Ora, i nati nel 1976 hanno avuto da diplomarsi attorno al 1995 e da iscriversi all'Università nel 1996 al massimo, termine che include anche qualche interruzione nel cammino formativo.
Nel 2001 avrebbero dovuto essere alle soglie della laurea, anche nel caso di corsi lunghi ed impegnativi.
Alla data in cui scriviamo, ossia a dieci anni da allora, secondo il servizio di consultazione titoli tesi messo a disposizione dall'Università di Firenze, tra i laureati di quell'ateneo non figura alcun Tommaso Villa.
Non sapremmo come definire, se non fannullone e sfaticato, un individuo incapace di laurearsi neppure in quindici anni. E' davvero difficile capire quale urgenza abbiano, lui e quelli come lui, di avere aule "per studiare".
Tommaso Villa offre un'ulteriore occasione, peraltro di carattere minimo per non dire meschino e miserabile, per mettere in luce il funzionamento della propaganda "occidentalista": si proiettano sugli avversari politici caratteristiche che sono proprie, e si mente dalla prima all'ultima parola.
Questa roba qui, sul gazzettaio "occidentalista", si chiama in complesso insurrezione e si fa con una telefonata o con un fax o con una mail a un gazzettiere, che poi scrive su una gazzettina.

Tutte le altre fonti disponibili invece intendono insurrezione come "un tipo di conflitto armato appartenente alla tipologia delle guerriglie", che "deriva da oppressione dura e insopportabile di un popolo sopra un altro, o di un governo sul suo stesso popolo".
O di un governo sul suo stesso popolo.
L'insurrezione, quindi, è fase attiva di un processo rivoluzionario nel corso della quale una congrua parte di una popolazione, utilizzando o meno armi vere e proprie od oggetti comunque atti ad offendere, elimina fisicamente o simbolicamente i responsabili percepiti di un determinato stato di cose, mettendoli sommariamente in condizioni di non nuocere.
In sostanza, un'insurrezione è qualcosa che ai tommasovilla dei partiti "occidentalisti" dovrebbe far andare di traverso gli spaghetti, e farli temere seriamente per la sorte della propria collezione di videocassette pornografiche.
Altro che gazzette.

Una insurgent del Fronte Democratico per la Liberazione della Palestina. (Fonte: Mizozo).

1 commento:

  1. Vediamo dunque ancora una volta dall'alto di quali grandi traguardi l'indossatore di cravatte ed il frequentatore di ristoranti Villa Tommaso qualifica gli altri di fannulloni e sfaticati.
    Il curriculum di Tommaso Villa è disponibile in rete, su un sito istituzionale. E' interessantissimo perché, com'è prassi per gli "occidentalisti", non riporta traccia alcuna di attività lavorativa. Né ci comunica in cosa si sia laureato il tizio con la cravatta e dall'aria ben nutrita la cui foto campeggia nella pagina. Si sa soltanto che costui è nato nel 1976 e che era "responsabile universitario" di un partito "occidentalista" nel 2001. Il resto è una rassegna neppure troppo lunga di poltrone scaldate.
    Ora, i nati nel 1976 hanno avuto da diplomarsi attorno al 1995 e da iscriversi all'Università nel 1996 al massimo, termine che include anche qualche interruzione nel cammino formativo.
    Nel 2001 avrebbero dovuto essere alle soglie della laurea, anche nel caso di corsi lunghi ed impegnativi.
    Alla data in cui scriviamo, ossia a dieci anni da allora, secondo il servizio di consultazione titoli tesi messo a disposizione dall'Università di Firenze, tra i laureati di quell'ateneo non figura alcun Tommaso Villa.
    Non sapremmo come definire, se non fannullone e sfaticato, un individuo incapace di laurearsi neppure in quindici anni.

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    Per queste righe: Chapeau!
    Quando li inchiodi con le "verità" scritte da loro stessi è una gran soddisfazione.

    Semplicemente il nostro è il tipico "politico professionista" figura i cui appetiti e il cui "farniente" crescono con l'avanzare di carriera.

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