lunedì 10 maggio 2010

Azione Giovani: quarantenni di partito, cortine fumogene e malafede


A mezzo posta ci hanno segnalato un interessante articolo de "Il Secolo d'Italia" pubblicato il 7 maggio 2010 e firmato Fabrizio Tatarella. Occhiello e titolo lamentano: "Azione Giovani è ancora in piedi, con dirigenti quarantenni. Si attende un congresso - PDL, che fine hanno fatto i giovani?".
Nel testo si legge, tra l'altro, che in merito alle organizzazioni giovanili del piddì con la elle un certo statuto conterrebbe una norma transitoria che impegnerebbe "i vertici nazionali delle organizzazioni giovanili riconosciute dai partiti costituenti" il piddì con la elle a definire "l'assetto organizzativo, i modi e i tempi non superiori ad un anno dall'entrata in vigore del presente statuto, per la celebrazione del Congresso". Si lamenta l'articolista che "l'anno è abbondantemente passato e nulla è successo. Intanto Azione Giovani, formalmente in piedi, attende ancora di sciogliersi nel nuovo soggetto, conservando dirigenti ormai vicinissimi ai 40 anni ed impedendo il ricambio con una nuova generazione. Esiste una grande maggioranza di giovani italiani, ai quali si rivolge Fini nelle sue riflessioni, che non partecipa alla politica, è indifferente alle strutture di partito che dovrebbero intercettare il consenso giovanile. [...] Negli ultimi decenni la destra ha valorizzato relativamente i suoi giovani, costruendo per lo più percorsi non di formazione politica, ma di mera fedeltà ai giochi di corrente. Il mondo giovanile è rimasto vittima due volte di questa dinamica. Da un lato si è spaccato tra correnti scivolando nel rancore o nel risentimento verso gli “avversari interni”: dall’altro ha “perso tempo” sacrificando altri percorsi di studio o di vita. Con i grandi impegnati ad applicare Il risiko alla politica, piantando bandierine, provocando divisioni e ferite profonde tra i giovani usati come pedine, si è mortificata una intera generazione. Chi trascorreva più tempo alla corte del capo aveva un seggio garantito in qualche listino, mentre altri, che avevano preferito conservare margini di indipendenza, lasciavano una politica che li aveva illusi e delusi con la meritocrazia a parole. La lotte correntizie hanno avuto enormi ripercussioni su molti giovani costretti a fare guerre di potere per conto terzi".

Non c'è che dire; la discrepanza tra la propaganda politicante e la realtà dei fatti non potrebbe essere più macroscopica, e si tratta di un dato di fatto evidente perfino alla stampa organica al piddì con la elle.
E "Il Secolo" non poteva rendere peggior servizio agli "occidentalisti" impegnati ad imbrattare muri e cantonate di scritte e manifesti in previsione delle elezioni universitarie. Perfino una menzione di disonore sull'"occidentalissimo" Corriere della sera, sono riusciti a rimediare.
Nei "giovani" quarantenni citati da Tatarella è impossibile non riconoscere un diplomato fiorentino che abbiamo avuto modo di citare spesso e che pare l'incarnazione stessa di tutti i difetti e di tutti i problemi della sedicente "destra giovanile", sia per quanto riguarda gli effetti potenzialmente esiziali di certi comportamenti, sia per quanto riguarda i disastrosi esiti di certa "carriera" universitaria.
Un diplomato che il 10 maggio 2010 ha emesso un comunicato stampa per lo meno avventato.
L'emissione dev'essere avvenuta dopo aver confrontato la lista degli "artisti" che hanno partecipato ad una kermesse notturna promossa dal Comune di Firenze con una qualche personalissima lista di proscrizione. Nel comunicato stampa si chiede testualmente: “Renzi nella notte blu ha finanziato lo show di un inquisito per spaccio?”. La risposta arriva dopo pochissimo ed afferma che, chiunque sia l'inquisito per spaccio, il borgomastro non ha cacciato un centesimo.
Ma non è questo il punto.
Il punto è che il comunicato stampa "occidentalista" afferma indignato "Abbiamo conferme [frutto di delazione, possiamo pensare n.d.r.] che a suonare sul palco ci fosse come dj anche un inquisito per lo scandalo legato allo spaccio di cocaina nei locali fiorentini".
Lo "scandalo legato allo spaccio di cocaina" è scoppiato nel giugno 2009 e portò ad una trentina di arresti, ripartiti in quattro di quei localini trendy e stronzy in cui l'ideologia "occidentalista" concretizza al suo meglio la propria base ideologica di consumismo insultante e di lussi ostentati e grossolani.
Ora, all'inizio di aprile 2008 il diplomato Giovanni Donzelli tenne due feste pre-elettorali al Colle Bereto ed allo Yab, proprio due dei locali al centro dell'interesse dei gendarmi nel giugno dell'anno successivo.
Abbiamo motivo di ritenere, alla luce degli eventi che abbiamo elencato, che l'eccellenza del succo d'arancia e delle mandorle confettate non fossero gli unici motivi dell'indiscutibile successo di queste costose mescite.
Come arguimmo in questa sede, un certo puritanesimo antidroga tanto insistito dovrebbe essere utilizzato con un minimo di accortezza. Viceversa c'è il rischio di causare reazioni tanto scomposte quanto pericolose in chi non voglia avere nulla a che fare con la politicanza "occidentalista", con la sua disumanità sostanziale e con la sua mendacia essenziale.
A testimonianza del fatto che non guasterebbe almeno un po' di ritegno, se non un po' di vera e propria coerenza, c'è anche il sito di Alleanza Nazionale (di quale "nazione" si parli non è dato sapere), una delle formazioni "occidentaliste" confluite nel piddì con la elle di cui nessuno a tutt'oggi si è curato di chiudere domini e sbaraccare siti. E proprio http://territorio.alleanzanazionale.it/2008/03/27/agenda-elettorale-an-pdl-a-firenze ci conferma che il cenone "a invito" allo Yab non ce lo siamo sognato.
Un fatto uscito dalla memoria degli "occidentalisti", ma non da quella degli archivi.



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