martedì 19 gennaio 2010

La marmaglia "occidentalista" ed il terremoto ad Haiti (reprise)


"La Nazione" è una gazzetta fiorentina che ha contribuito molto a tentare di instaurare anche in quella città il clima di terrore artefatto e di sospetto demente indispensabile al successo elettorale delle formazioni "occidentaliste"; in questo tutt'altro che lodevole intento, per la verità, ha avuto un successo infinitamente inferiore all'impegno profuso; come se non bastasse deve vedersela con una miriade di testate più o meno recenti, alcune delle quali addirittura in libera distribuzione, capaci di sciorinare cattiverie, lepidezze, ovvietà ed idiozie perfino peggiori, erodendo così le quote di mercato di questo modesto foglietto, abituato a decenni di rendita di posizione.
Ovviamente competenza, obiettività e ponderazione sono anche in questo caso -come sempre- in proporzione inversa all'accoglimento di istanze politiche "occidentaliste" ed alla propensione a farsene portavoce: non contenti del numero già elevatissimo di figuracce irripetibili in cui sono incappati nel corso degli anni, quelli di piazza Ghiberti in occasione del terremoto ad Haiti hanno superato se stessi, prima facendo lo scoop del mese intervistando in esclusiva un fiorentino sull'isola in missione ONU e dopo, ormai di pubblico dominio la notizia che l'intervista sarebbe stata per lo meno problematica in considerazione del fatto che l'intervistato era scomparso sotto le macerie causate dalla prima scossa, affastellando umili e contrite scuse. L'intera vicenda si trova su "L'Altra Città", giornale delle periferie tanto meno tronfio quanto più serio, e su Giornalettismo.
In occasione del centocinquantesimo anniversario dalla fondazione di questa gazzetta, la Provincia di Firenze organizzò, e con ogni probabilità finanziò anche, una supponente ed autoreferenziale esposizione in Palazzo Medici, irta di padrini illustri e di visitatori ingombranti in ogni senso. Sarà il caso di tenerlo presente, la prossima volta che qualche "occidentalista" ha da ridire sul modo in cui viene speso il denaro pubblico. E se "La Nazione" non festeggerà il centocinquantunesimo anno di vita, non saremo certo noi a dolerci.

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